© Candice Breitz

Mother + Father, 2005
video still


Candice Breitz
Mother + Father



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Immersa in una continua babele linguistica, fatta di un insieme di suoni ai quali non poteva ricondurre un preciso significato, Breitz descrive questa esperienza come una situazione di costante straniamento. Tale radicale momento formativo ha influenzato il suo percorso, alimentando la sua idea di arte quale strumento di conoscenza capace di aprire modelli altrimenti chiusi.


La ricerca di un terreno di comunicazione immediata, e il desiderio di fuggire dalla tentazione di produrre un'arte di natura autobiografica, hanno portato Breitz ad impiegare la cultura di massa, adottando quale materia per il proprio lavoro la musica leggera, i video clip di MTV, i serial televisivi e il cinema delle grandi case di produzione americane. Tali forme di espressione mediatica rappresentano, secondo le parole dell'artista, una "lingua franca", un ambito comune, capace di unire, pur secondo un denominatore intenzionalmente "basso", esperienze linguistiche, culturali e sociali altrimenti separate.


Se è vero che i volti degli attori di Hollywood sono conosciuti da milioni di persone e le stesse canzoni sono trasmesse contemporaneamente dalle radio di diversi punti del globo, è allora chiaro che l'ambito al quale Breitz attinge è un sistema a diffusione capillare, capace di creare una comunità di spettatori, o meglio voraci consumatori, iper-nutriti e potenzialmente passivi. Secondo le sue stesse dichiarazioni, Breitz appartiene in prima persona a tale comunità, condividendo con tanti altri il divertimento di un film con Julia Roberts o dell'ultima canzone di Madonna, docilmente consumati quali cibi che blandiscono la mente.


Considerando se stessa come un "sintomo" del proprio tempo, Breitz ha articolato la sua pratica artistica agendo proprio all'interno della cultura popolare, aprendo, scardinando e frammentando la sua apparente compattezza, ideando un tipo di intervento creativo che da muta spettatrice la trasforma in attiva voce critica. Ideato per il Castello di Rivoli, "Mother + Father" (Madre + Padre), 2005, rappresenta uno dei progetti più complessi ad oggi realizzati dall'artista. L'opera si articola in due installazioni distinte, ciascuna composta da sei video trasmessi su schermi al plasma. La prima, intitolata "Mother" (Madre), ha come protagoniste le attrici hollywoodiane Faye Dunaway, Susan Sarandon, Meryl Streep, Diane Keaton, Julia Roberts, Shirley MacLaine, mentre in "Father" (Padre), i sei padri hanno i volti di altrettanti attori che includono Tony Danza, Dustin Hoffmann, Harvey Keitel, Steve Martin, Donald Sutherland, Jon Voight.


Secondo un procedimento che caratterizza il suo lavoro, per ciascuna installazione Breitz si è appropriata di immagini pre-esistenti, in questo caso film hollywoodiani incentrati sulle relazioni famigliari e rispettivamente su diverse tipologie relative alla figura materna e a quella paterna. Impiegati quale materia grezza, tali film, che includono pellicole drammatiche come Kramer contro Kramer e commedie leggere quali Il padre della sposa, vengono sottoposti dall'artista a un'operazione complessa che attraverso numerosi passaggi arriva infine ad articolare una nuova opera. Atto a scomporre le dinamiche e gli intrecci su cui ciascuna pellicola si regge, il meticoloso procedimento di Breitz per la prima volta implica in questo progetto una totale alterazione dell'impianto narrativo incontrato, per concentrarsi invece sui personaggi ed esporre gli elementi chiave con i quali essi vengono costruiti ad uso del grande pubblico. Portata alle conseguenze più estreme, quest'analisi è esasperata attraverso una specifica elaborazione digitale, attraverso la quale l'artista cancella il contesto che circonda il personaggio all'interno di ogni scena e isola determinati fotogrammi per rimontarli poi secondo un proprio copione.


Quasi si trattasse di giovani attori sottoposti a una crudele audizione, alcuni tra i più noti volti di Hollywood vengono così diretti dall'artista a loro insaputa. Sospese in un vuoto fatto solo di parole, espressioni facciali e gesti corporei, le inedite interazioni dei personaggi filmici danno vita allo spazio teatrale dell'opera di Breitz. Burattini nelle mani di un nuovo maestro, gli attori offrono un'interpretazione assolutamente originale e i dialoghi che ne scaturiscono portano l'idea di finzione a un nuovo livello. Simulacri digitali, le madri e i padri elaborati dall'artista sono ostaggi bloccati entro uno specifico repertorio emotivo che mette in questione i canoni secondo i quali gli stessi media - soprattutto il cinema e la televisione - si impongo quali genitori tecnologici, educando il pubblico a vivere attraverso lo schermo esperienze che invece appartengono alla vita.


Aperta all'interpretazione di ciascun visitatore, l'opera di Breitz può essere considerata come possibile prototipo di un medium interattivo, nuova frontiera di una tecnologia utile a un riavvicinamento alla realtà.


Marcella Beccaria


Esposizione: 16.2. - 24.4.2005
Orario d'apertura: da martedì a giovedì: 10-17,
da venerdì a domenica: 10-21
lunedì chiuso


Museo d'Arte Contemporanea
Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia
I-10098 Rivoli (Turin)
Telefon+39 011 9565 222
Fax +39 011 9565 230
Email info@castellodirivoli.org

www.castellodirivoli.org






Candice Breitz
Mother + Father



Compelled to navigate a continuous linguistic Babel, made up of a totality of sounds that could not be aligned with certainty to any precise meaning, Breitz describes this experience as a situation of constant estrangement. This radical formative period influenced her artistic direction, nurturing her idea of art as a tool of awareness and communication that can open up otherwise inaccessible models.


The search for a terrain of immediate communication, and the desire to escape the temptation to produce art of an immediately autobiographical nature, have led Breitz to make use of mass culture, adopting pop music, MTV videos, TV series, and mainstream Hollywood films. According to the artist, these forms of media expression represent a "lingua franca," a shared territory that can unite, even by an intentionally "low" common denominator, linguistic, cultural, and social experiences that would otherwise remain isolated from one another.


The faces of Hollywood actors are known to millions of people, and the same songs are broadcast simultaneously by radios across the globe, making it clear that the context Breitz draws upon is a widespread system, one that can create a community of spectators, or more accurately voracious, hyper-nourished, and potentially passive consumers. As Breitz admits, she personally belongs to this community, sharing with so many others the pleasure of a Julia Roberts film or the latest Madonna song, submissively consumed like foods that soothe the mind.


Considering herself a "symptom" of her own time, Breitz has articulated her artistic practice by acting directly inside pop culture, opening up, unhinging, and fragmenting its apparent solidity, and devising a sort of creative intervention that transforms her from mute spectator into an active, critical voice. Conceived specifically for Castello di Rivoli, "Mother + Father", 2005, represents one of the artist's most complex projects to date. The work is developed in two distinct installations, each made up of six videos projected on plasma screens. The protagonists in the first installation, entitled "Mother", are Hollywood actresses Faye Dunaway, Susan Sarandon, Meryl Streep, Diane Keaton, Julia Roberts, and Shirley MacLaine. In "Father" the six father figures have the well-known faces of actors who include Tony Danza, Dustin Hoffman, Harvey Keitel, Steve Martin, Donald Sutherland, and Jon Voight.


Using a working methodology that is typical of her work, Breitz has appropriated pre-existing images for each installation, in this case from Hollywood films that focus on family relationships and, respectively, the different typologies related to the idea of motherhood and fatherhood. Employed as raw material, these films, which include dramas such as "Kramer vs. Kramer" and light comedies such as "Father of the Bride", are subjected by the artist to a complex operation that goes through numerous stages to finally articulate a new work.


Dissecting the dynamics and interweavings that underlie each film, Breitz's meticulous process implies, for the first time in this project, a total alteration of the given narrative layout, resulting, instead, on a focus on the characters and the revelation of their key constituent elements. This analysis, carried to extreme consequences, is heightened through a specific digital process whereby the artist erases the context that surrounds the figures in each scene and isolates discrete scenes, to rearrange them according to a script of her own making.


In "Mother + Father" it is as if the artist were re-directing some of the most well known faces in Hollywood, without their consent, like young actors subjected to a cruel audition. Suspended in a void made up only of words, facial expressions, and body language, the new interactions of these actors and actresses give rise to the theatrical space of Breitz's work. Puppets in the hands of a new master, the actors thus offer an absolutely original interpretation, and the dialogues they unleash carry the idea of fiction to a new level. Digital simulacra, the mothers and fathers devised by the artist are hostages, trapped within a specific emotional repertoire that questions the canons according to which the media - television and Hollywood - have taken over the role of parenting, training the public to experience, through the screen, circumstances that, instead, pertain to real life.


Open to the interpretation of each viewer, Breitz's work can be considered a possible prototype for an interactive media, a new frontier of a technology that can be used for drawing closer to reality.


Marcella Beccaria
(translated by Meg Shore)


February 16 - April 24, 2005